In Brasile il Mondiale del disarmo

Quel biglietto vale una fortuna, o in alternativa una pistola, un fucile oppure un mitragliatore: in vista dei Mondiali di calcio del 2014, il ministero della Giustizia brasiliano ha avanzato una proposta apparsa inizialmente provocatoria, ma che con il passare del tempo sta guadagnando consensi crescenti. L'idea è quella di permettere l’ingresso gratuito o a prezzo fortemente scontato alle partite della Coppa del mondo del futebol (come è chiamato il gioco del pallone nel Paese latinoamericano) a chiunque decida di consegnare spontaneamente un’arma da fuoco, anche illegale, di cui è in possesso.

Il calcio come arma contro le armi. In una realtà come quella brasiliana, in cui la passione sfrenata della popolazione per il calcio convive con un tasso di decessi per arma da fuoco superiore a quello di molti Paesi in guerra, scegliere il disarmo come tema sociale di sfondo per i Mondiali è una scelta che, passato lo stupore iniziale, molti hanno giudicato non solo opportuna, ma quasi obbligatoria. 

Il progetto, spiegano le associazioni brasiliane impegnate nella lotta al possesso di armi, andrebbe a contrastare uno dei problemi più drammatici che affligge la società carioca, consentendo al tempo stesso agli strati più poveri della popolazione di assistere a una partita della Seleção, la nazionale brasiliana, realizzando quello che per molti è il sogno di una vita.

Le dimensioni del fenomeno. In Brasile negli ultimi tre decenni il numero di decessi causati dalle armi da fuoco è aumentato del 124 per cento, portando a oltre un milione il numero complessivo delle vittime. Tra il 1999 e il 2009 gli omicidi commessi per strada hanno registrato un incremento del 22% . Secondo le stime ufficiali, nel Paese attualmente sono 17 milioni le armi di piccolo calibro in circolazione; tra queste sarebbero circa 9 milioni quelle non registrate.

In questo contesto, negli ultimi anni sono state numerose le iniziative intraprese dalle autorità e dalla società civile per favorire il disarmo, a cominciare dal referendum del 2005 contro la vendita di armi e munizioni, che fu però bocciato dal 65% dei brasiliani, convinti che la corruzione e la scarsa efficienza delle forze dell’ordine rendessero necessario il possesso di una “bocca da fuoco” in grado di garantire ad ogni cittadino la propria autodifesa.

L’ultima campagna è iniziata a maggio scorso: in base alle norme stabilite dalle autorità federali, a tutte le persone che consegnano un’arma è assicurato il totale anonimato ed è corrisposta una somma che varia dai 100 ai 300 dollari. Per il momento ne sono state raccolte circa 20mila. Un numero che può sembrare elevato, ma che, nel contesto brasiliano, rappresenta solo una goccia nel mare. Ora bisognerà vedere se grazie al futebol si riusciranno a ottenere risultati migliori.

Jennifer Zocchi