Diritti umani, il Consiglio d’Europa critica l’Italia

Ancora una volta l’Europa punta il dito contro l’Italia in tema di diritti umani, e nello specifico per quel che riguarda la condizione degli immigrati che cercano rifugio nel nostro paese. Il monito è partito dal Commissario dei diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muiznieks, dopo una visita che si è tenuta dal 3 al 6 luglio a Roma. Muiznieks ha espresso grande preoccupazione per le condizioni degli ospiti dei centri di identificazione ed espulsione ma anche per chi ha ottenuto il riconoscimento di status di rifugiato a cui manca poi il supporto necessario ad una vera e propria integrazione sociale.

La visita si è svolta anche nei pressi del cosiddetto "Palazzo della vergogna" nella zona di Roma Tor Vergata, a pochi passi dal grande raccordo anulare dove vivono accampati ottocento rifugiati. Il commissario ha sottolineato inoltre il problema legato alla giustizia specificando quanto sia importante anche il contributo del Ministero della giustizia, del Csm, dei giudici e degli avvocati. Area critica quella della giustizia, a cui si somma anche la difficoltà della condizione dei Rom, definita inaccettabile in un paese come l’Italia.

Dopo affermazioni positive sulla recente adozione di una strategia di integrazione dei Rom, grazie anche al coinvolgimento della comunità stessa nell’elaborarla, Muiznieks, afferma che “adesso questa strategia, che si allontana dal pericoloso approccio dell’emergenza nomadi, deve essere applicata in modo consistente”. Il commissario trova quindi contraddittorio il ricorso contro la decisione del Consiglio di Stato che ha definito l’emergenza nomadi illegale.

L’eco delle azioni che nel nostro paese violano i diritti umani arriva dunque oltre i confini nazionali. Le critiche al nostro paese sono riportate anche sulle pagine del Financial Times, principale giornale economico-finanziario del Regno Unito, che attraverso il proprio corrispondente a Roma ha evidenziato la delicata situazione in tema di diritti umani.

Un’Italia sempre più sotto accusa insomma, ma che si spera possa attuare al più presto significativi cambiamenti.

Paola Longobardi