I venti anni del centro che educa i bambini di strada

Catholic Action for Street children (CAS), centro che Aidworld appoggia ormai da tempo con programmi di sostegno a distanza individuale e di supporto alle sue azioni, compie venti anni. Un anniversario che è anche una buona occasione per guardare indietro al percorso compiuto, tirare le somme e valutare successi, traguardi, ma anche difficoltà e sconfitte.
È nell'ottobre del 1992 che è iniziata la sua attività di aiuto ai tanti ragazzi giovanissimi e abbandonati a loro stessi tra le vie della metropoli, con il desiderio di dar risposta a tre fondamentali domande riguardanti il fenomeno, diffusissimo nella capitale Ghanese Accra, degli “street children”:

1. perché i bambini vivono per la strada?
2. qual è la loro provenienza?
3. perchè, viste le condizioni di vita certamente difficili, non tornano a casa?

Per risolvere tali quesiti, fin da subito gli operatori del centro iniziarono col registrare tutti i bambini incontrati e tutte le informazioni e i dati che era possibile raccogliere su di loro. Nel tempo si è così creata la prassi per cui su ciascun ragazzo incontrato viene tracciata una scheda con informazioni generali: l'ambiente familiare, le condizioni di vita, le motivazioni alla vita in strada, e infine le osservazioni e le raccomandazioni dell'operatore sociale.
Questo ha consentito al centro in questi venti anni di pubblicare diversi studi e report sul fenomeno degli street children, certamente importanti per trovare soluzioni e modalità di intervento.

Oltre a questa opera di ricerca, è bene ricordare che dal 1998 al 2011 sono stati educati 499 bambini, 284 ragazzi e 215 ragazze. E in aggiunta a questi gli operatori sociali hanno assistito un grosso numero di giovani anche per le strade.

La formazione di bambini cresciuti per strada è un compito molto difficile. Non sono abituati a  seguire delle regole. Per questo il “Rifugio”, la prima struttura del centro che accoglie gli street children non è una scuola, ed i bambini possono decidere liberamente quando entrare e uscire. Solo pochi decidono di portare avanti il percorso di formazione. Però questo è in realtà l'unico modo per creare un legame e cercare di porre le basi per una frequentazione che possa portare agli step successivi: "Hopeland", la fattoria educativa, i laboratori professionali, e quindi il definitivo abbandono della strada. 

Oltre ad aver dato accoglienza, educazione e sostegno a tanti ragazzi nel corso degli ultimi venti anni, oggi il CAS è anche pronto a collaborare con il governo Ghanese, il Department of Social Welfare, nell'affrontare il problema dell'abbandono scolastico oltre che a dedicare tempo ed energie per creare la consapevolezza di questi problemi.

Il centro continua infatti nella sua attività di ricerca sul fenomeno dei bambini di strada, nelle attività di sensibilizzazione, e nella formazione dei propri operatori perchè siano sempre più competenti nell'affrontare situazioni e ragazzi difficili nel migliore dei modi.

Certo il centro non può da solo risolvere tutti i problemi, ma poiché siamo convinti che ognuno di noi possa dare il proprio contributo a migliorare i diritti dei bambini, continueremo a sostenerlo nei suoi sforzi e ad aiutarlo nello svolgimento della sua missione anche in futuro.

Se vuoi aiutarlo anche tu:


 

Cristina Mustari