India: fucili, pistole e mitra trasformati in strumenti da lavoro per l’agricoltura

Mettete dei fiori nei vostri cannoni” cantavano i Giganti nel 1964, accompagnando con note di chitarra, basso, tastiere e batteria quello che poi sarebbe divenuto uno slogan pacifista usato e riusato da tutte le generazioni successive. Oggi le autorità dello Stato indiano del Bihar hanno deciso di andare oltre lanciando la campagna “From arms to farms” (letteralmente, “Dalle armi alle fattorie”), per trasformare pistole, fucili e mitragliatori sequestrati dalle forze di sicurezza in attrezzi agricoli da distribuire ai contadini.

In un Paese come l’India, in cui nonostante l’invidiabile tasso di crescita registrato negli ultimi anni metà della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, quella del riciclo non è solo una moda, ma una necessità quotidiana per decine di milioni di persone, costrette a trasformare rifiuti di plastica, carta, legno, metallo e d’altro genere in vestiti, utensili domestici, strumenti da lavoro e arnesi d’uso comune, dai rasoi ai portacenere.

Prima d’ora, però, nessuno si era spinto così avanti: usare le numerose armi illegali sequestrate dalla polizia e stivate in appostiti depositi chiamati malkhana per produrre qualcosa di assolutamente indispensabile agli abitanti di uno Stato che si regge ancora quasi esclusivamente sull’agricoltura: zappe, vanghe, badili e aratri.

Stando alla stampa locale, l’idea sarebbe venuta in mente al comandante della polizia Abhyananda, che di fronte all’ordine della Corte suprema indiana di distruggere tutte le armi illegali sequestrate, ha suggerito un modo più utile di impiegarle: consegnarle ai fabbri locali per fonderle e ricavarne solidi attrezzi agricoli in metallo. Una trovata alquanto ingegnosa, soprattutto se si considera che il Bihar è tristemente noto come il Far West dell’India e che dunque la “nuova” materia prima per la produzione degli strumenti da lavoro dei contadini purtroppo abbonda.

In base alle stime delle autorità, infatti, nei malkhana sarebbero attualmente accatastate circa 60mila armi da fuoco e ogni mese ognuna delle 800 stazioni di polizia ne sequestrerebbe almeno altre 10.

Oltre al vantaggio materiale ed economico collegato alla “trasformazione” delle armi, dunque, i vertici dello Stato mirano anche a scoraggiare la militarizzazione della popolazione rurale e a favorire la crescita della produzione agricola e il rispetto della legge. Certo, la strada è ancora lunga, ma questa volta le autorità hanno un’arma, anzi una zappa, segreta!

Jennifer Zocchi