Obiettivi del Millennio. Registrare tutti i bambini all’anagrafe entro il 2015

Sembra incredibile ma è vero: nei Paesi dell’America Latina ancora oggi molti bambini non vengono registrati all’anagrafe. Questo mina la loro possibilità di esercitare i propri diritti civili, sociali, economici e culturali.

A denunciarlo sono Cepal, la Commissione Economica per l’America Latina, e Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia. Secondo quanto riportato dal dossier congiunto Sfide, che fa il punto sui progressi per il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio relativi all’infanzia e all’adolescenza, il 10% dei nuovi nati non possiede un certificato di nascita.

Tradotto in cifre significa 6 milioni 500mila bambini ai quali è inibito l’accesso alla scuola e ai servizi sociali e sanitari. Un numero impressionante, che si può e si deve ridurre.

Stando all’analisi, gli ostacoli principali alla registrazione sono rappresentati dalla necessità della presenza di entrambi i genitori all’atto, nonché dall’obbligo per questi ultimi di presentare il proprio certificato di nascita o di residenza. Prerequisiti che costituiscono un problema per chi vive nelle zone più povere del Paese, come gli indigeni o le famiglie delle aree rurali.

Questo finisce per negare a molti bambini “ogni possibilità di esercitare i loro diritti umani e di sviluppare il proprio potenziale” precisa l’analisi. Se lo Stato garantisce loro la scolarizzazione primaria, non consente infatti l’accesso al secondo livello di istruzione.

Negli ultimi anni è aumentato l’impegno degli Stati per iscrivere nei registri civili tutti i bambini nati nei confini territoriali. In quattro anni si è passati dall’82% al 90% dei bambini registrati. Tuttavia la regolarizzazione avviene a macchia di leopardo: mentre Cile e Cuba potrebbero raggiungere il risultato in tempi brevi, altri Paesi arrancano. Nel 2010 sono rimasti fuori dai pubblici registri il 30% dei nuovi nati ad Haiti, il 24% in Brasile e il 19% in Nicaragua.

Il diritto all’ identità e alla registrazione deve essere una priorità” si legge nella pubblicazione. Per poter raggiungere questo traguardo gli Stati, “con il supporto della società civile e la cooperazione internazionale, non devono abbattere soltanto le barriere economiche. Devono eliminare anche tutte quelle discriminazioni che limitano di fatto l’iscrizione nei pubblici registri”.

Jennifer Zocchi