Primo marzo, torna lo sciopero dei migranti. Ventiquattro ore di mobilitazione per scoprire l’importanza dell’“altro”

Giallo come il cambiamento, trasversale come la fratellanza, compatto come la solidarietà, anche quest’anno torna per il primo marzo lo sciopero dei migranti. Le piazze e le strade della maggiori città italiane si riempiranno di persone, striscioni, cortei e manifestazioni, tutti accumunati da un unico intento: dire no al razzismo e tendere la propria mano all’“altro”, in segno di saluto, aiuto, accoglienza e condivisione.

Dopo il successo delle edizioni del 2010 e del 2011 quella del primo marzo è ormai divenuta una data simbolo per tutti coloro che credono che vivere insieme ad altre persone, di qualunque Paese, religione, colore e cultura, rappresenti non un problema, ma un’opportunità da cogliere, trasformando le differenze in punti di forza e guardando alla diversità come a una fonte di ricchezza e di crescita personale.

Le iniziative organizzate in tutta la Penisola sono decine, come indicato dal sito ufficiale della manifestazione. Filo comune di tutte è la volontà di incontrarsi e stare insieme abbattendo ogni tipo di muro, sociale, culturale, economico o giuridico.

La Rete primo marzo rivendica una legge organica sui rifugiati e i migranti che prenda finalmente atto delle reali condizioni che le persone provenienti da contesti di guerra, di fame e povertà estrema si trovano davanti una volta giunti in Italia. La chiusura definitiva dei Cie (i Centri di identificazione ed espulsione), l’istituzione di un permesso di soggiorno per motivi umanitari, l’accantonamento del progetto di un permesso a punti e di nuove tasse sul soggiorno per gli stranieri sono le altre richieste di un movimento che con il passare del tempo è sempre più un punto di riferimento nel panorama antirazzista italiano.

Quest’anno puntiamo su una grande mobilitazione”, ha dichiarato alla stampa Cécile Kashetu Kyenge, portavoce della Rete che ha ideato lo sciopero dei migranti. “Il nostro obiettivo è quello di veder scendere in piazza migranti e italiani insieme per la stessa causa, a sostegno dei diritti umani e contro il razzismo”.

Jennifer Zocchi