16 giugno, Giornata del Bambino Africano. E il resto dell’anno?

Sono passati ormai diciannove anni dalla prima Giornata del bambino africano istituita dall’Organizzazione dell’Unità Africana, in memoria dei 152 studenti che il 16 giugno 1976 furono uccisi dalla polizia a Soweto, in Sudafrica, colpevoli solo di chiedere il riconoscimento del diritto a ricevere un’istruzione migliore, nella loro propria lingua.

Il tema scelto quest’anno è “diritto all’istruzione e alla dignità”, in un continente in cui ancora troppi bambini imparano ad usare un fucile prima di imparare a leggere, giocano con la colla invece che con le matite, portano secchi sulla testa invece che quaderni nelle mani.

Nei diversi Paesi africani tante sono state le manifestazioni per celebrare la giornata e sensibilizzare il Nord e il Sud del mondo sulla condizione disagiata dell’infanzia.

In Sudan più di 500 bambini hanno partecipato a giochi e spettacoli teatrali organizzati nello stadio della città. In Etiopia moltissime iniziative hanno animato la capitale, Addis Abeba. In Ruanda, più di 200 bambini hanno ballato e cantato nelle vie di Kigali. In Camerun, 180 bambini di tutto il Paese sono diventati per una settimana membri del ‘parlamento dei bambini’, confrontandosi insieme su temi importanti come l’istruzione, il lavoro minorile, la lotta alle malattie e alla povertà.

Se il riconoscimento, la protezione e la promozione di un diritto fondamentale come quello all’istruzione e alla dignità deve aspettare la ricorrenza di una festa, forse la soluzione è a portata di calendario: l’istituzione dell’Anno del Bambino Africano.

Giorgia Mancini