"The Lady" Aung San Suu Kyi, simbolo della lotta per i diritti umani in Birmania, è ora anche un intenso film firmato dal regista francese Luc Besson. La vicenda umana del Premio Nobel per la Pace del 1991 è al centro della pellicola. Non meno importante del suo impegno civile e politico, la vita privata di Aung San Suu Kyi è un tutt'uno con le ingiustizie subite dal suo popolo nel corso degli ultimi 24 anni. Uno sguardo intimo che riesce a dipingere con fermezza e poesia una delle storie più drammatiche e travagliate dell'Asia moderna (e del mondo intero).
Assolta nel novembre 2010 dopo quindici anni di arresti domiciliari per la sua attività di oppositrice pacifica al regime militare del generale Than Swe, Suu è oggi una donna libera, sebbene le sia ancora vieato varcare i confini birmani pena la non riammissione in patria.
La Birmania (Myanmar), un tempo paese ricco e fertile, fu colonia inglese dal 1886 al 1948 e ridotta in miseria. Le radici e la cultura democratica della giovane Suu ne fecero nel 1988 (anno del colpo di stato di Swe) la candidata ideale del popolo per il futuro democratico del paese. Ebbe inizio così l'avversione feroce da parte del regime militare, la dura prigionia in patria, l'isolamento dalla famiglia residente in Gran Bretagna, la separazione dolorosa dal marito (lo storico di Oxford Micheal Aris), con cui Suu condivideva il sogno di una Birmania libera e democratica (vero tema centrale del film).
Il film è accompagnato dalla campagna 'Send a message' ispirata dalla celebre frase della leader birmana "Use your freedom to promote ours" (Usate la vostra libertà per promuovere la nostra). L'iniziativa della neonata casa di distribuzione Good Films, con il sostegno di Amnesty International-sezione italiana, intende sensibilizzare l'opinione pubblica invitando gli utenti a inviare un video messaggio di solidarietà a Aung San Suu Kyi. I video saranno poi raccolti in un'unica clip che verrà consegnata alla leader.
Oggi "The Lady" è candidata alle prossime elezioni politiche birmane (1 aprile) come leader del movimento democratico per ristabilire lo stato di diritto nel Paese.