In America Latina lo sviluppo lascia fuori i bambini. L'impegno di Aidworld.

L’ultimo rapporto Onu sull’infanzia in America Latina è di qualche settimana fa e non è certo consolante.  Il dato più eclatante è che 81 milioni di ragazzi sotto i 18 anni vivono nella miseria. Si tratta dunque di bambini e adolescenti.
Molti paesi latinoamericani hanno, negli ultimi anni, visto migliorare le proprie condizioni di vita grazie alla crescita economica ma, nonostante lo sviluppo a livello macroeconomico, il sopraggiunto benessere purtroppo non sembra aver coinvolto i minori: i diritti fondamentali risultano negati per il 45%  del totale degli under 18 latinoamericani.

Dunque nessun cambiamento per loro, che si ritrovano poveri come prima. Nonostante i proclami dei governi  la povertà non accenna a diminuire soprattutto a causa della distribuzione ineguale delle ricchezze.
Secondo il rapporto Onu, realizzato, sulla base dei dati del 2010, dall’Unicef e dalla Cepal, la Commissione Economica dell’America Latina e dei Caraibi, i paesi con le condizioni peggiori per l’infanzia sono Bolivia, Honduras, Guatemala, Perù, ed El Salvador, dove più di due terzi dei bambini sono poveri. Povertà infantile al 20%, quindi percentuale più bassa, solo in Cile, Costa Rica, Uruguay. In generale vengono calpestati i diritti al cibo e all’istruzione.
Forte dunque il richiamo ai Governi affinchè investano in politiche sociali e per l’infanzia e riducano la persistente disuguaglianza.

L’impegno di Aidworld sul campo.
Poiché la condizione di povertà nell’America del Sud coinvolge principalmente i bambini, Aidworld ha avviato da diversi anni due programmi di sviluppo per l'infanzia in Brasile, il paese latinoamericano più vasto e contraddittorio, i cui risultati sono stati apprezzabili e che dimostrano come sia possibile intervenire per migliorare le cose. In particolare nella città di Campinas  Aidworld appoggia un centro che accoglie circa 280 bambini che vivono nelle favelas fornendo cure mediche, accoglienza, educazione, assistenza sociale e scolastica; a Curitiba, invece, sostiene una rete di 9 case famiglia per bambini dal passato difficile o in condizioni di disagio familiare.
Si tratta di programmi che certo non risolvono tutti i problemi, ma danno un aiuto concreto e riescono là dove spesso le strutture e i mezzi ufficiali dei governi più poveri non arrivano, e per i quali però è indispensabile l’aiuto di tutti.

Cristina Mustari