In occasione della Giornata Internazionale della Donna, vale la pena porre l’attenzione sulla condizione femminile nel mondo. Tra discriminazione e integrazione, la situazione delle donne resta sempre un capitolo caldo dell’attualità. Sono ancora troppi i crimini commessi nei confronti del gentil sesso e ancora di più i diritti negati. Le statistiche presentano numeri insufficienti in tema di parità di genere, e in molti Paesi il trascorrere del tempo non ha aperto le porte al progresso della civiltà e della democrazia.
Spesso la rivendicazione dei diritti da parte delle donne ha il prezzo della libertà, dell’incolumità fisica o della vita stessa. Ma nonostante ciò, ci sono spiragli di cambiamento. All’interno dei confini europei esistono Paesi, quali l’Islanda, in cui la civiltà e l’emancipazione sono la regola del giorno e dove le donne sono quasi le uniche detentrici dei pilastri dell’economia, della società e della famiglia. Poco oltre, invece, ci sono terre in cui nascere donna sembra essere solo e unicamente una disgrazia.
Vittime di violenze, spesso discriminate, nonostante tutto, le donne negli ultimi decenni si sono unite per formare un unico coro. In diverse parti del mondo ci sono movimenti femminili che rivendicano i propri diritti. E non solo. Troviamo gruppi, come ad esempio le Donne in Nero, nate nel 1988 in Israele, che al linguaggio violento dell’ideologia e della propaganda militarista, oppongono una forma di comunicazione silenziosa, espressa attraverso il loro corpo “esposto” sulle strade e nelle piazze. E ancora, le Donne in Bianco a Cuba e in Liberia che, in contesti e paesi molto diversi, si sono battute e continuano a farlo per la nonviolenza e contro ingiustizie e prevaricazioni.
Donne, che, con i colori della pace non combattono solo per i diritti naturali, ma anche per il proprio mondo, per tutto ciò che appartiene loro. Una giornata che al di là dell’immaginario collettivo, porta con sé la memoria storica di una condizione ancora tutta in divenire.