Energie rinnovabili per lo sviluppo dell’Africa

Onu e Unione europea insieme per sostenere lo sviluppo dell’Africa attraverso l’impiego di energie rinnovabili. Nel corso dell’iniziativa Boosting energy for sustainable development, che si è svolta nei giorni scorsi a Bruxelles, i rappresentati delle Nazioni unite e dei 27 Paesi membri dell’Ue hanno annunciato l’imminente firma di un accordo per finanziare progetti e programmi basati sull’utilizzo e l’applicazione di fonti energetiche alternative. Tra questi c’è il Somalia energy and livelihoods project, che cambierà la vita di centinaia di migliaia di persone grazie all’energia solare.

Nel corso degli ultimi anni l’idea che lo sviluppo dei Paesi e delle regioni economicamente arretrati sia direttamente collegato all’accesso ad adeguate fonti energetiche si è andata affermando con forza crescente all’interno di istituzioni e organizzazioni internazionali. Lo stesso Ban Ki-moon, segretario generale dell’Onu (www.un.org), ha recentemente ricordato il periodo della sua infanzia trascorso nel suo Paese natale, la Corea del Sud, nel periodo successivo alla guerra con il Nord, sottolineando come in quegli anni buona parte della penisola coreana fosse costretta a sopravvivere senza energia elettrica. “I bambini non possono studiare al buio - ha spiegato il diplomatico - e le donne non possono migliorare la loro condizione se devono passare ore a cercare la legna da bruciare. Dobbiamo porre fine a questa situazione indegna, e dobbiamo farlo in modo intelligente e sostenibile”.

Sviluppato a partire dal 2007 nelle zone rurali del Somaliland e del Puntland, il Somalia energy and livelihoods project (Selp) è uno delle centinaia di progetti che Le Nazioni unite e l’Unione europea intendono finanziare per garantire lo sviluppo del continente africano.

Fino ad oggi il Selp ha utilizzato l’energia proveniente dal sole per migliorare la vita delle comunità rurali, fornendo elettricità a più di 280mila persone. L’energia a basso costo prodotta dai pannelli solari è servita per portare l’acqua nei villaggi, per bere e potare i campi, liberando le donne da un gravoso impegno quotidiano e consentendogli di dedicarsi alla cura delle loro famiglie, al lavoro e all’istruzione. Un altro grave problema che è stato risolto è quello della conservazione di farmaci e medicinali, indispensabili per la cura dei malati. Una pratica che prima, in mancanza di frigoriferi e contenitori refrigeranti, non era possibile. E anche la vita ei bambini è migliorata, grazie ad aule scolastiche illuminate e all’impiego di supporti didattici più evoluti alimentati a corrente.

Jennifer Zocchi