La buona notizia è che il numero delle persone che ogni anno muoiono a causa della malaria si è quasi dimezzato negli ultimi 10 anni. Quella cattiva è che il morbo uccide ancora un bambino al minuto, per lo più in Africa. La stima arriva dall’Organizzazione mondiale della sanità, che parla di 660mila vite stroncate nel 2012.
I dati sono stati diffusi il 25 aprile, mentre in Italia molte famiglie erano alle prese con i festeggiamenti del giorno della Liberazione. Il primo maggio, festa dei lavoratori, sono arrivate altre due notizie: l’identificazione in Cambogia di un nuovo ceppo del parassita resistente all’artemisinina, il farmaco finora più efficace e più usato in caso di contagio, e lo sviluppo di un nuovo apparecchio medico capace di diagnosticare la malattia in appena 15 minuti.
“Recentemente, in limitate aree marginali di Cambogia e Laos si stanno diffondendo ceppi resistenti all’artemisinina e ai suoi derivati. L’esperienza insegna che questi ceppi resistenti si diffondono rapidamente anche in aree molto lontane. È quindi urgente sviluppare farmaci completamente diversi da quelli noti”, ha spiegato Paolo Arese, ex direttore scientifico dell’Italian Malaria Network. A questo scopo un team di esperti è già all’opera. “Un gruppo di ricerca di Napoli ha isolato sostanze con potente attività antimalarica da una spugna tropicale, la Plakortis simplex. Contemporaneamente un gruppo a Camerino e due a Milano lavorano sull’isolamento di antimalarici naturali che vengono estratti e caratterizzati partendo da piante utilizzate nella medicina tradizionale per trattare la malaria”.
Si tratta di progressi che lasciano ben sperare per il futuro. In attesa di risultati ufficiali, però, basta una zanzariera per proteggere la vita di tantissime persone. “Nel 2004 nell’Africa Subsahariana c’erano solo 5,6 milioni di zanzariere da letto trattate con insetticida, specialmente quelle “a lunga durata” di 3-5 anni” precisa l’Unicef. “Fino a poco tempo fa il prezzo delle zanzariere era troppo alto per la grande distribuzione a causa della scarsa concorrenza tra produttori. Tuttavia, questo numero è salito nel 2010 a 145 milioni grazie ai grandi quantitativi acquistati, a un approvvigionamento più efficiente, ai migliori finanziamenti e all’incremento nella capacità manifatturiera nella stessa Africa” chiarisce una nota. La diffusione di questo semplice strumento ha contribuito a salvare 1,1 milioni di vite, facendo diminuire di un terzo il tasso di mortalità da malaria in Africa, rispetto ai livelli del 2000.
Quando si raggiungerà la copertura universale - quantificabile in una zanzariera ogni due persone - la mortalità infantile si ridurrà di un ulteriore 20%. “Dobbiamo distribuire zanzariere trattate con insetticida a tutti coloro che ne hanno bisogno”, ha dichiarato Nicholas Alipui, direttore per i programmi all’Unicef, sottolineando che, oltre alla distribuzione gratuita in occasione delle campagne di sensibilizzazione nelle aree più povere e remote, in diverse occasioni si è proceduto alla consegna durante le vaccinazioni di routine e le visite pre-parto.
“Dobbiamo inoltre far sì che tutti i bambini abbiano accesso a test tempestivi e a farmaci appropriati contro la malaria”, ha aggiunto, perché “è inaccettabile che ogni giorno più di 1.500 bambini debbano ancora morire per una malattia che si può sia prevenire che curare”. Fino ad oggi infatti in molte aree dell’Africa una terapia di tre giorni si è dimostrata sufficiente per curare l’infezione, specialmente negli episodi diagnosticati in tempo e trattati appropriatamente.