Mortalità infantile sotto i 7 milioni. Un nuovo traguardo che vuol dire speranza

Ci sono delle volte in cui scendere in basso significa volare alto. Ci sono delle volte in cui avvicinarsi allo zero indica progressi importanti su un lungo cammino. Ci sono delle volte in cui più le cifre si accorciano maggiori sono i benefici. Gli ultimi dati pubblicati dalla Nazioni unite indicano che per la prima volta i numeri della mortalità infantile sono scesi sotto la soglia dei 7 milioni. Un traguardo significativo, che rafforza le speranze di chi crede che estirpare completamente questo fenomeno sia una meta possibile da raggiungere.

Secondo le stime dell’Onu, nel mondo il numero di bambini che perde la vita prima di aver raggiunto i sei anni ha registrato un calo costante a partire dal 1990. Dai 12 milioni di allora si è passati l’anno scorso a 7,6 e ora si è arrivati a 6,9, con un miglioramento che, come sottolinea il report “Levels & trends in child mortality 2012”, riguarda anche molti dei Paesi più poveri del pianeta.

Certo, a conti fatti non si può ancora parlare di un dimezzamento, ma il trend che è stato imboccato grazie allo sforzo congiunto degli organismi internazionali, di molti governi, organizzazioni, associazioni e gruppi di volontariato dimostra che ormai è solo questione di tempo.

Tante le iniziative e le Campagne promosse a livello globale da Ong e governi per accelerare ulteriormente questo progresso e trasformare la piaga della mortalità infantile in un ricordo del passato: sotto lo slogan "Una Promessa rinnovata" ("A promise renewed"), sta crescendo un movimento  che vuol porre fine alle morti prevenibili di bambini e far comprendere come ognuno di noi abbia la possibilità di fare la sua parte per raggiungere questo importante traguardo.  

Come sottolineato dal rapporto delle Nazioni unite, infatti, le principali cause di mortalità infantile continuano ad essere la polmonite, i parti prematuri, la diarrea, le complicazioni neonatali, la malaria e la malnutrizione, problemi che potrebbero essere risolti con interventi poco costosi e investimenti per la formazione di personale specializzato: dai dottori agli infermieri, dagli insegnanti ai formatori.

Dal benessere dei bambini di oggi dipende quello degli uomini di domani. Investire risorse, sia economiche che umane, per tentare di ridurre il numero dei minori che ogni anno perde la vita per cause eliminabili vuol dire dunque prendersi cura del futuro. Non solo del proprio, ma di quello dell’intera umanità. 

Jennifer Zocchi