Un giorno qualunque, nei panni di qualcun altro

Mettersi nei panni di qualcuno diverso da noi non è mai facile. Specie se questi panni sono scomodi. Specie se “diverso” vuol dire in difficoltà, con meno diritti e più problemi rispetto agli altri. La Giornata mondiale contro il razzismo che si celebra oggi in tutto il mondo è un’occasione per riflettere sulla necessità da parte di ognuno di osservare il mondo non solo dal proprio limitato punto di vista, provando a guardare a se stessi e agli altri con gli occhi di qualcuno che appare lontano. Per capire che in realtà siamo tutti vicini.

Il 21 marzo l’intero pianeta celebra la Giornata mondiale contro il razzismo. La data è stata scelta dalle Nazioni unite (www.un.org) in ricordo del massacro di Sharpeville del 1960, quando in Sudafrica 69 manifestanti neri vennero uccisi da 300 poliziotti bianchi mentre manifestavano contro l’introduzione dell’Urban areas act, un provvedimento che imponeva ai cittadini neri di esibire uno speciale permesso se fermati nelle aree riservate ai bianchi.

Oggi, a oltre cinquant’anni di distanza, l’odioso regime della segregazione in vigore nello Stato africano è ormai solo un ricordo e molti progressi sono stati compiuti sulla strada per l’abolizione di ogni forma di discriminazione basata sull’arcaico concetto di “razza”. Al tempo stesso però, molti passi devono ancora essere fatti, come ci ricordano costantemente le tristi cronache che hanno per protagoniste persone vittime di ingiustizie, soprusi e angherie a causa del colore della loro pelle, del loro Paese d’origine, della lingua parlata, della religione professata o del sesso. 

Per celebrare la giornata internazionale, l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (www.unar.it) organizza anche quest’anno una Settimana di azione contro il razzismo, che fino al 24 marzo offrirà spazio a una campagna di sensibilizzazione, informazione e approfondimento con l’obiettivo di diffondere e accrescere una coscienza multietnica e multiculturale nell’opinione pubblica, con particolare attenzione ai giovani. Nel corso della settimana si alterneranno iniziative nel mondo della scuola, dell’università, dello sport e della cultura. 

Lo slogan scelto per l’edizione di quest’anno, “Se chiudi col razzismo ti si apre un mondo”, mira a stimolare una riflessione sull’importanza di aprirsi all’“altro”, da qualunque parte del mondo provenga, senza pregiudizi e idee precostituite. 

Per aiutare a combattere l’intolleranza e la xenofobia l’Unar ha anche lanciato la campagna “Nei miei panni”, che punta a far conoscere le difficoltà dei cittadini stranieri residenti in Italia attraverso un gioco. Collegandosi al sito www.giocaneimieipanni.it gli utenti possono assumere l’identità di uno dei tre protagonisti del gioco, chiamati ad affrontare situazioni immaginarie ma basate su dati statistici reali, le stesse che gli oltre 5 milioni di migranti che vivono sul territorio italiano sono costretti ad affrontare quotidianamente.

Jennifer Zocchi