Sabato 19 dicembre con oltre 21 ore di ritardo si è concluso il vertice di Copenaghen. Due settimane per affrontare il problema dei cambiamenti climatici. 193 i Paesi partecipanti. Sullo sfondo di manifestazioni e di imprevisti si è finalmente giunti ad un accordo.
L’impegno per le nazioni più ricche sarà quello di fornire 30 miliardi di dollari tra il 2010-2012 per aiutare i paesi poveri. Contribuito che dovrebbe passare a 100 miliardi entro il 2020.
Il limite per l’aumento della temperatura dovrà essere inferiore ai 2 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali, sebbene non siano impartite misure specifiche di controllo per il rispetto di tale valore. La scadenza massima di fine 2010 è stata fissata per giungere a nuovi strumenti che siano "legalmente vincolanti". L’accordo promuove inoltre iniziative per la salvaguardia delle foreste come strumento fondamentale per il riassorbimento dell'anidride carbonica.
Il patto è stato però giudicato deludente da parte di molti scienziati, poiché oltre a non essere vincolante è privo delle cifre per i tagli alle riduzioni di gas serra per le scadenze fissate al 2020 e 2050.
“Copenaghen è stato sull’orlo del fallimento a causa di una sfavorevole combinazione tra scarsa leadership, interessi nazionali e di potentissime lobby e basso livello di ambizione – ha detto Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, che ha seguito i negoziati a Copenaghen – Impegni a parole, ma solo parzialmente sentiti, per proteggere il nostro Pianeta da un pericolosissimo cambiamento climatico, non sono sufficienti per affrontare una crisi che richiede modi completamente nuovi di collaborazione tra Paesi ricchi e Paesi poveri.” (http://www.wwf.it/UserFiles/File/News Dossier Appti/DOSSIER/comunicati stampa/WWF CS_09_12_19_chiusura copenaghen.pdf).
Secondo Edoardo Zanchini, responsabile energia e clima di Legambiente "non si è arrivati a impegni vincolanti in materia di riduzione delle emissioni di gas serra, di controllo e verifica di tali riduzioni e a scadenze precise per la sottoscrizione di un trattato internazionale. Purtroppo i leader politici non sono stati all'altezza della sfida, nonostante due anni di trattative, lanciate a Bali a dicembre 2007, e benché negli ultimi giorni fossero stati fatti passi avanti in materia di sostegno finanziario agli interventi di mitigazione e adattamento nei Paesi poveri, sia nel breve che nel medio periodo" (http://www.legambiente.eu/archivi.php?idArchivio=2&id=5590).
Anche il presidente francese, Nicolas Sarkozy ha espresso delusione proprio per il mancato riferimento alle cifre di riduzione gas serra ed ha invitato i 28 paesi firmatari dell'Accordo di Copenaghen ad una riunione parigina in aprile o maggio 2010. L'obiettivo dell’incontro, secondo il Presidente, sarà il dimezzamento del 50% delle emissioni globali entro il 2050 (http://en.cop15.dk/news/view+news?newsid=3090).