Disuguaglianze, ridurre la distanza tra ricchi e poveri è possibile

Nel mondo aumenta la ricchezza ma il numero di persone in stato di indigenza non si riduce. Un paradosso determinato da un sempre più elevato grado di concentrazione delle risorse economiche nelle mani di pochi fortunati, che porta un ridotto numero di individui a spartirsi la maggior parte dei beni mentre centinaia di milioni di persone sono costrette a sopravvivere con meno di 1,25 dollari al giorno.

A richiamare l’attenzione di governi, istituzioni, organizzazioni e società civile sull’esplosione di diseguaglianza che la globalizzazione ha portato con sé è il rapporto pubblicato da Oxfam, confederazione di 17 organizzazioni non governative che combattono la povertà in più di 90 Paesi, alla vigilia del World economic forum in corso a Davos, significativamente intitolato “Grandi diseguaglianze crescono”.

Secondo lo studio, l’1% della popolazione ha visto innalzarsi la quota della ricchezza complessiva detenuta nelle proprie mani dal 44% del 2009 al 48% dell’anno scorso. Se questo trend venisse confermato, avverte Oxfam, nel 2016 oltre il 50% della ricchezza mondiale apparterrà a una ridottissima minoranza, i cui esponenti possono contare al momento su un patrimonio medio di 2,7 milioni di dollari pro capite.

A peggiorare la situazione un altro dato allarmante: escludendo l’elite economica e concentrando l’attenzione sul rimanente 52% della ricchezza globale, si scopre che questa è posseduta quasi interamente da un altro gruppo di privilegiati, pari ad appena il 20% della popolazione del pianeta. Così solo il 5,5% dei beni finisce al rimanente 80% degli abitanti del globo, per una media di 3,85 dollari a testa, 700 volte di meno di quella attribuita al ricchissimo 1%.

La portata della disuguaglianza è semplicemente sconcertante e nonostante le molte questioni che affollano l’agenda globale, il divario tra i ricchissimi e il resto della popolazione mondiale rimane un totem, con ritmi di crescita preoccupanti - ha sottolineato Winnie Byanyima, direttrice esecutiva di Oxfam International presentando il rapporto -. Vogliamo davvero vivere in un mondo dove l’1% possiede più di tutti noi messi insieme?”.

La risposta a questa domanda retorica è stata data dalla stessa Oxfam, che ha rivolto un appello ai leader mondiali riuniti a Davos affinché vengano contrastati i fattori che causano questa spirale di crescente disuguaglianza e siano attuate politiche di redistribuzione della ricchezza e del potere che tolgano ai pochi per dare ai molti. Una richiesta che si collega anche al primo degli otto Obiettivi di sviluppo del millennio, che prevede di sradicare la povertà estrema dal pianeta entro la fine di quest’anno.

L’aumento della distanza tra ricchi e poveri non è inevitabile. C’è ancora un anno per invertire l’attuale dinamica di concentrazione della ricchezza e trasformare l’indigenza estrema in un brutto ricordo. La sfida è grande e richiede un grande impegno. Ma considerato che il successo significherebbe vivere in un mondo migliore, non vale la pena tentare?

Jennifer Zocchi
22 January 2015