"What a wonderful world"

"Che mondo meraviglioso" cantava qualche tempo fa Louis Armstrong. A volte facciamo fatica a crederlo: il male ci circonda e spesso sembra avvolgerci completamente nel suo manto scuro. Piccolo, inetto, meschino.
Facile, perché basta liberare i nostri istinti peggiori, basta spegnere la ragione, “addormentarla”, così che generi i mostri che conosciamo, che tante volte abbiamo visto in contesti diversi, con spranghe e fucili in mano. Oppure arriva dal cielo, improvviso, terribile, violento.

Il bene invece è più difficile, va creato, lavorato, fabbricato. Bisogna inventarselo, andarlo a scovare, a ritrovare nelle cose a volte più piccole e inaccessibili, non viene sempre spontaneo. Però c’è, esiste, è presente sempre. Nonostante tutto. Nonostante Rosarno, nonostante la tragedia di Haiti.

Bene e male in un rincorrersi continuo, in quel girotondo che ha al centro la vita in tutti i suoi mille e più di mille aspetti. E allora c’è Rosarno ma c’è anche Gerace. C’è chi respinge e chi accoglie. C’è il dolore, crudele, ingiustificabile e ingiustificato, ma c’è anche chi lo cura, chi spende il proprio tempo e la propria vita per persone verso le quali non possiede apparentemente alcun interesse, nessuna amicizia, nessun legame di parentela. Gente che con passione, speranza e testardaggine, lavora per sottrarre terreno all’inferno.
Per questo davanti ai drammi che ogni giorno ci fanno piangere, gridare, arrabbiare, andiamo comunque avanti con fiducia.
Perché c’è la vita tenace che resiste in mezzo alle macerie.

Perchè al mondo ci sono storie come quella di Darius, un bambino rumeno di 7 anni che era affetto da un grave tumore cerebrale, a causa del quale ha dovuto subire 14 interventi delicatissimi. Aidworld sta seguendo questo piccolo tesoro insieme al suo papà ormai da oltre un anno, e nonostante momenti durissimi in cui stavamo perdendo la speranza, nonostrante ci siamo più volte trovati ad un soffio dalla tragedia più ingiusta che si possa concepire, improvvisamente Darius ha iniziato un percorso di recupero che ha dell'incredibile.

Ora Darius sta imparando di nuovo a mangiare, bere, parlare, camminare. Ieri non siamo potuti andare a trovarlo, e stamattina squilla il telefono.. è lui dall'altra parte, che con la sua vocina lieve ripete in continuazione una delle poche parole italiane che ha imparato: "Vieni?".

Sono tanti i bambini come Darius, che con le loro piccole forze combattono battaglie grandi, troppo grandi, ma che ci rendono orgogliosi di stare al mondo, perché rappresentano quel coraggio ostinato di esistere, di esserci, che è il fulcro di tutto. Perché è il loro sorriso che rende il nostro un mondo meraviglioso.

Tanto per non abituarci solo alle cattive notizie!

Cristina Mustari