Con quali giocattoli gioca un bambino del Sahara? Che tipo di educazione riceve un bimbo boliviano? A che età si inizia a lavorare in Bangladesh? La University of California di Los Angeles ha presentato nei giorni scorsi il report Children’s chance, che sotto forma di mappa geografica fornisce un quadro sintetico del benessere, dell’educazione, della salute e del contesto sociale che caratterizzano l’infanzia nei diversi Paesi del mondo. Gli squilibri sono tanti, in alcuni casi enormi. Ma le sorprese positive non mancano.
I ricercatori californiani che hanno realizzato il report sono partiti da un assunto di base: un bambino è sano e felice se è in buone condizioni di salute, può essere curato, è ben nutrito, non è discriminato e riceve un’educazione di base che gli consente di comprendere e interpretare il mondo circostante. I dati che emergono dall’analisi confermano ovviamente che in linea generale il mondo “occidentale” è spesso più attento alle esigenze dei minori, ma non in ogni ambito e non in tutte le circostanze.
Se ad esempio in quasi tutti gli Stati l’età minima per l’acquisto di alcolici è 18 anni, in molti Paesi europei la soglia scende a 15 anni, e negli Stati Uniti e in alcune regioni dell’Africa sale a 21.
L’Africa insieme all’Asia presenta però situazioni difficili per quanto riguarda l’accesso all’acqua potabile e alle cure mediche. Inoltre il congedo dal lavoro per maternità è previsto per più di 26 settimane solo per le madri europee e nordamericane, e in molti Paesi asiatici e africani non sorpassa le 14 settimane; senza contare che in alcuni Stati americani non è previsto affatto.
La situazione del lavoro minorile è estremamente eterogenea: in Africa centrale e in India, ad esempio, non c’è alcuna protezione, mentre nella maggior parte degli altri Stati più “sviluppati”, ai minorenni sono consentiti solo impieghi soft, a partire da un’età minima e con un orario ridotto.
In quasi tutto il pianeta l’istruzione dei minori è affidata a persone laureate e con alle spalle un’esperienza di tirocinio, con qualche area degli Stati Uniti dove è sufficiente la laurea e una buona parte dell’Africa, del Sud America e dell’Asia dove basta un’istruzione secondaria di secondo grado integrata con uno stage.
A sorpresa alcune nazioni africane e sudamericane sono invece all’avanguardia in materia di contrasto alla discriminazione sul lavoro su base etnica, di assistenza, cura e istruzione in caso di disabilità.