E se parlassimo di "turismo responsabile"?

Girare per il mondo in cerca di nuove esperienze, nuove culture o semplicemente di relax e divertimento. Valigie e zaini pronti. Pieni e zeppi di tutto l'occorrente per affrontare il soggiorno fuori casa senza mai rinunciare alle comodità, alle proprie abitudini. Ecco la tradizionale concezione del turismo.

Ma se parlassimo di "turismo responsabile"? Il discorso cambia. L’attenzione si sposta alle radici culturali delle popolazioni visitate, allo sviluppo sostenibile del loro territorio, alla relazione positiva tra "industria del turismo, comunità locali e viaggiatori”.

E' a partire dagli anni Ottanta che si è iniziato a parlare di un nuovo modo di viaggiare, soprattutto in riferimento ai paesi del sud del mondo, verso i quali è scaturita una duplice preoccupazione: ambientale e di rispetto delle popolazioni ospitanti.
 
L'industria del turismo è oggi un colosso importante nell'economia mondiale, con i suoi 3.500 miliardi di dollari all'anno di fatturato e il 6% del 
prodotto lordo del pianeta. Turismo vuol dire crescita. Ma a vantaggio di chi? Guardando al Sud del Mondo, il prezzo dei pacchetti turistici per esempio, rispecchia una ripartizione spesso a favore dei tour operator piuttosto che del paese di destinazione: in Kenya rimane solo il 30% di quanto pagato all'acquisto del viaggio, in Nepal il 47%, in Sri Lanka il 30%, in Thailandia il 59%. (fonte: www.insenegal.org/23Turismo/TurismoResponsabile01.htm).

Talvolta, per quelle aree che hanno affrontato il turismo di massa senza un’adeguata programmazione razionale, l'impatto ambientale è stato catastrafico: è il caso dei grandi plessi alberghieri o dei villaggi vacanze costruiti sterminando il patrimonio naturale a scapito dei limitrofi centri abitati.

Considerate tali problematiche, nel settore inizia a farsi strada una nuova consapevolezza, un nuovo modo di “vivere” gli ecosistemi.
L'AITR (Associazione Italiana Turismo Responsabile, www.aitr.org) ha elaborato al riguardo una sorta di carta di identità del turista per sviluppare maggiore coscienza del ruolo di utente-consumatore che questo ricopre.

Il consumatore, prima della partenza:

    - si interroga sulle reali aspettative e motivazioni del suo viaggio
    - chiede di informazioni corrette sul contesto socioculturale da visitare e di sua iniziativa si procura informazioni
    - chiede agli organizzatori garanzie sulla qualità del viaggio dal punto di vista etico
    - chiede la trasparenza del prezzo, per conoscere la percentuale del prezzo finale rimante alle comunità ospitanti
    - privilegia viaggi in cui la massima possibilità di scelta su tempi e contenuti sia garantita.

... durante il viaggio:

    - considera positivo condividere vari aspetti della vita quotidiana locale e non chiede privilegi o pratiche che possano causare impatto negativo
    - non ostenta ricchezza e lusso stridenti rispetto al tenore di vita locale
    - per foto e video si assicura il consenso della persona ripresa
    - non assume comportamenti offensivi per usi e costumi locali
    - cerca prodotti e manifestazioni che siano espressione della cultura locale (ad es. artigianato, gastronomia, arte, ecc.) salvaguardandone le identità
    - rispetta l’ambiente e il patrimonio storico-monumentale.

e dopo il viaggio:

    - verifica se è riuscito a stabilire una relazione soddisfacente con la gente e il paese visitato
    -  valuta come far seguito ai rapporti stabiliti
    -  se ha viaggiato in gruppo, risponde al questionario di valutazione dell’esperienza proposto dall’organizzatore ed, eventualmente, fornisce i propri suggerimenti.

Sul sito dell’AITR ci sono moltissime proposte di viaggio: preparate le valigie, con responsabilità!

Alessandra Francesconi