Le buone notizie "circolano" di più!

Emozioni positive da condividere, questo è ciò che generano le buone notizie. Un circolo virtuoso di positività, un flusso di comunicazioni che produce ottimismo. Da uno studio dell’Università della Pennsylvania realizzato analizzando le preferenze dei lettori del New York Times sugli articoli più segnalati tramite e-mail, si è scoperto che le buone notizie hanno una forza di propagazione molto superiore rispetto a quelle brutte, a dispetto di quanto il mondo dei media ci porti a pensare.

Siamo abituati alla cronaca nera ad inizio TG perché, come saggezza popolare insegna: fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. E invece la scienza interviene a dirci che sì, è vero, forse “il male” fa più notizia, ma “il buono” si diffonde molto più facilmente e velocemente: sono le informazioni che ci rallegrano, ci fanno sorridere o ci danno speranza quelle che facciamo circolare, che inviamo ad amici e colleghi.

Il dato che gli studiosi d’Oltre Oceano fanno rilevare è proprio questo desiderio di condividere: se ti immedesimi, ti emozioni e credi in ciò che leggi, desideri trasmetterlo e farlo arrivare molto di più a chi ti sta a cuore, quasi nel tentativo di suscitare nell’altra persona le stesse sensazioni positive. È un po’ come regalare un’emozione.

Forse è anche questo il motivo per cui, in tempi non sospetti, sono nati siti specializzati esclusivamente in goodnews (vedi www.solobuonenotizie.it). Privilegiare questo tipo di informazioni non è, come si potrebbe pensare, una scelta superficiale, non è nascondere la testa sotto la sabbia per far finta di niente davanti al male, alle sventure o alle disavventure umane, tutt’altro, forse è il desiderio di recuperare speranza per andare avanti in modo migliore.

D’altra parte, come scriveva l’Abbé Pierre in un bellissimo pezzo di qualche tempo fa, senza speranza non si può proprio vivere:

« La speranza è la certezza che abbiamo in noi che la vita ha un significato, che c'è una meta. La speranza tiene conto del significato dell'esistenza. Si può vivere con poche aspettative e molte delusioni, ma non si può vivere senza una qualche speranza (…). Pur ricordando le sciagure e il dolore (…) oggi non dobbiamo dimenticare che abbiamo due occhi. Se un occhio deve essere aperto coraggiosamente per vedere il male e per combatterlo, bisogna tenere aperto l'altro per vedere la bellezza, i fiori che sbocciano di nuovo in primavera, il sorriso dei bambini. (...) Bisogna incoraggiare le persone a tenere gli occhi aperti e a guardare le bellezze meravigliose che ci possono appagare…».

Questa è anche la filosofia di Aidworld: cerchiamo di guardare a tutti gli esempi positivi e alle storie a lieto fine che ci diano nuovo slancio.

Viviamo tempi difficili, ma osservando i nostri piccoli risultati siamo fiduciosi. Senza dimenticare che il mondo ha bisogno di aiuto, ci impegniamo per darlo e sappiamo con certezza che tanti come noi lo faranno. Questa è già una ottima notizia!

Cristina Mustari