Una firma contro la fame nel mondo...

Una petizione mondiale online contro la fame nel mondo. È il progetto 1billionhungry, la nuova campagna lanciata dalla Fao (Food and Agriculture Organization, www.fao.org) per creare un movimento globale che lotti per garantire a tutti gli abitanti del pianeta l’accesso a un’alimentazione adeguata. «Fai pressione sui politici per sconfiggere la fame. Firma la petizione, e incita all’azione dovunque ti trovi», si legge sul sito dedicato all’iniziativa (www.1billionhungry.org), sul quale è possibile sottoscrivere l’appello inserendo il proprio nome, la propria e-mail e indicando la città di residenza. L’obiettivo è quello di raccogliere almeno un milione di firme.

Un fischietto giallo per farsi sentire. Simbolo dell’iniziativa è un fischietto giallo, che ha lo scopo di esortare le persone a “fischiare” contro la fame. Martedì 11 maggio, giorno di lancio della campagna, la gente che passeggiava per il centro di Roma è rimasta colpita dal suono di centinaia di fischietti proveniente dalla sede centrale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. «Dovremmo essere tutti molto arrabbiati per il fatto che altri esseri umani continuino a soffrire per la mancanza di cibo», ha dichiarato il direttore generale della Fao, Jacques Diouf.

La pagina web della campagna contiene delle sottosezioni che spiegano in cosa consiste il problema della fame, quali sono le sue cause, quali persone e Paesi ne sono colpiti e cosa è possibile fare per contrastare questa piaga. «Oggi la produzione alimentare mondiale è in grado di fornire a tutti il nutrimento sufficiente per condurre una vita sana - si legge sul sito -. La fame esiste perché esiste la povertà. Esiste perché in molti Paesi le donne, sebbene svolgano la maggior parte del lavoro agricolo, non hanno le stesse possibilità degli uomini di accedere alla formazione, al credito o alla terra. La fame esiste anche a causa dei conflitti, che tolgono alle persone ogni speranza di condurre una vita decorosa e di nutrire le proprie famiglie. Esiste perché la gente sfrutta le risorse naturali in modo non sostenibile; perché molti Paesi non investono a sufficienza nello sviluppo del settore agricolo. La fame esiste perché le crisi finanziarie ed economiche colpiscono soprattutto i poveri, riducendo o eliminando le fonti di reddito dalle quali dipende la loro sopravvivenza».



Cosa possiamo fare. Contro questo stato di cose l’iniziativa 1billionhungry chiede a tutti di mobilitarsi. Il primo passo da fare è quello di condividere l’aspirazione a un modo senza fame. Un altro è l’abolizione della disparità dei sessi e il conferimento alle donne di maggiori responsabilità nel settore dello sviluppo agricolo. «Nei Paesi poveri il problema della fame deve avere la priorità assoluta. Bisogna offrire agli agricoltori su piccola scala le opportunità e l’istruzione necessarie per la produzione di cibo e reddito sufficienti al sostentamento delle proprie famiglie. Le economie rurali devono svilupparsi per aumentare le opportunità di impiego e rallentare il flusso migratorio dalle campagne alle aree urbane. Occorre intervenire con maggiore incisività per facilitare l’accesso dei piccoli coltivatori ai mercati locali e internazionali. Bisogna gestire le nostre risorse naturali in modo da evitare l’eccessivo sfruttamento del suolo. I settori pubblici e privati devono lavorare insieme per porre fine alla povertà e alla discriminazione, e migliorare l’accesso al cibo sicuro per tutti».